I cinque programmi della tv italiana che, non vorrei, ma ho guardato e continuo a guardare (di Alessandro Di Giuseppe)

Le generazioni dei nati dal 1994 in poi sono definite dei “nativi digitali”. Questo termine, che potrebbe ricordare qualcosa di vagamente fantascientifico e accostabile ad un romanzo distopico di Huxley (“E, dagli oblò infrangibili della capsula, videro una foresta di alberi morti. Vicino al tronco di una delle betulle più belle, qualcuno aveva installato un ripetitore. Sotto di esso, bambini nudi, sporchi, battevano sui tasti di un grande calcolatore. “Papà” disse John a suo padre, il capitano Ormesset “ma quelli chi sono?” Il capitano li guardò, si fece cupo in volto “Quelli, figliolo” iniziò “sono i nativi digitali” poi tornò in silenzio e vi rimasero entrambi fino alla fine del viaggio” Huxley si starà rivoltando nella tomba, ma mi sono divertito un mondo a scrivere questa cosa), indica una cosa molto semplice, in realtà: i nativi digitali sono gli appartenenti alle generazioni che sono nate, cresciute e che vivranno, a contatto con la tecnologia 2.0. E se anche il concetto di tecnologia 2.0. può sembrare ostico, lo spieghiamo in una frase: la tecnologia 2.0. si riferisce a tutti quegli strumenti digitali che, in qualche modo, ci aiutano nella vita e sono stati introdotti dagli anni ’90 in poi. Non avete ancora capito? Ve la faccio ancora più semplice: computer, router, tablet, iphone, ipod, ipad (i-rotto il cazzo) e tutta quella bella tecnologia che si usa per guardare film, ascoltare musica, guardare le serie tv, spizzarzi le foto di Valentina Nappi, caricare le proprie tette e i propri addominali, conoscere sconosciuti, scaricare pornografia ed incontrarsi per fare atti osceni in luogo pubblico. Bene, adesso che abbiamo chiarito chi siano i nativi digitali e cosa sia la tecnologia 2.0., ti starai chiedendo: “Ma cosa c’entra con la tv?” C’entra perché io sono un vecchio nostalgico di merda ed ho fratelli minori, tutti e due nati dopo il 1997, entrambi “nativi digitali” e quindi ieri, come spesso succede, stavano guardando la tv. Ci avete fatto caso che, la tv di adesso, è molto più simile a quella di dieci anni fa? Ci sono le repliche, i programmi criptati e di notte, se ci fate caso, in qualche rete privata si possono vedere ancora le donnine che si spogliano con i numeri di telefono per fare sesso telefonico (ammettetelo che l’avete fatto anche voi: avete speso un’intera ricarica telefonica da cinque euro per sentire una sconosciuta mugolare al telefono). E questo mi ricorda quando ero adolescente, avevo i capelli e stavo incollato, praticamente per 10 ore al giorno alla tv. Perché era questa la differenza: noi stavamo incollati alla tv, i nativi digitali ad internet. E la tv era bella: ti insegnava che c’erano degli orari da rispettare. Certo, era diseducativa al massimo, ma aveva degli orari. E poi ti fidelizzava. Bene, questa è una lista dei programmi della tv, vecchia e nuova, a cui io devo molto del mio immaginario (e delle mie seghe):

Numero 1:
CIAO DARWIN

Logociaodarwin_1998

Era il programma del sabato sera. Andato in onda per la prima volta nel 1998, ho scoperto che è in palinsesto ancora adesso. Il tema di base del programma è di una facilità sconcertante: prove di abilità tra due “squadre” diversissime tra di loro. Tra una prova di intelligenza, una di forza, una di coraggio ed un viaggio nel tempo, questo è stato il programma che mi ha avvicinato alle diversità… e mi ha insegnato a prenderle in giro. Alla conduzione c’era, e c’è tuttora, Paolo Bonolis coadiuvato dalla sua spalla storica: Luca Laurenti. Mi ricordo che, sul finale di ogni puntata, c’era una sfilata di moda ed una serie di domande dentro una teca di vetro che si riempiva d’acqua fredda. Che dire? Se restavi sveglio fino alle undici e mezza, ti beccavi anche qualche gamba scoperta o donna in intimo. E tutto, rigorosamente, sulle Reti Mediaset

MOMENTO CULT: Puntata “ricchi contro poveri”. Paolo Bonolis fa portare un panino ad uno della squadra dei poveri perché lo vede sciupato. Razzismo, pietismo e mercificazione di una persona. Il tutto in diretta tv. Da leccarsi i baffi

Numero 2:

C’È POSTA PER TE

C'è posta

Ebbene sì: nonostante da grande ne sia diventato un detrattore, da bambino guardavo “C’è posta per te”.Mi vi posso spiegare: lo guardavamo con i nonni e i fratelli. Detto così sembra brutto, ma questo era il nostro “programma di famiglia” quando i miei non c’erano. In realtà, anche in questo caso, il format è molto semplice: qualcuno vuole rivedere qualcun altro e, grazie alla redazione del programma, riesce a farlo arrivare in studio, ci parla da dietro un monitor e, se entrambi sono d’accordo, si “apre la busta” e i due si parlano in separata sede. Tra amicizie ritrovate, mariti e mogli che si rimettono insieme e comparsate di grandi divi della musica e della televisione, questo programma era la sagra dei buoni sentimenti. In una parola, lo definirei “melassoso”. Se posso usarne tre, sarebbe “un piagnisteo melassoso”. Ho scoperto, navigando sull’Internet, che un ragazzo, uno squilibrato, ha accoltellato la moglie perché lei si è rifiutata di aprire la busta. Non voglio commentare

MOMENTO CULT: In una delle puntate c’era ospite Manuela Arcuri. Era stata chiamata da un uomo. Quell’uomo era stato il ragazzo con cui si era scambiata il primo bacio. Hanno costruito mezz’ora di trasmissione sui doppi sensi, la risata facile e un’inquadratura fissa della bocca del tipo. Che dire? Meglio del TG4 quando faceva i telegiornali vicino al presepe

 

Numero 3:

UN POSTO AL SOLE
Un posto al sole

 

 

 

 

 

 

 

Questa era la serie che ci faceva litigare di più in famiglia. Vi spiego: eravamo tre maschi ed una femmina. La femmina era la maggiore. Lei lo seguiva. Noi lo odiavamo. Alla fine, ogni tanto, riusciva a vincere e farcelo guardare. E adesso, sputtanandomi pubblicamente, lo ammetto: è una serie che si lascia guardare e che, un pochino, mi piaceva. Ambientata in un palazzo, il palazzo Palladini, a Posilippo, la serie tratta le vicende di tutti i giorni, ordinarie e straordinarie, che accadono agli inquilini. Pensavo di essere l’unico a conoscerla, ma poi Pif ci ha fatto una puntata per “Il Testimone” e mi sono sentito meno solo. Ho scoperto anche che è tratta da un format australiano che si chiama “Neighbours” ma che se ne discosta. “Neighbours”, infatti, è la classica soap d’amore, “Un posto al sole” mischia vita di condominio e tentativi di fiction americana. Ottima

MOMENTO CULT: Qui ce ne sono due. Il primo è quando Raffaele, uno dei personaggi, rapisce e tiene in ostaggio un tipo che aveva ammazzato, per sbaglio, in macchina, la moglie. Il secondo: Viola, un altro dei personaggi, è in  farmacia e ci mette mezz’ora a comprare i preservativi. Li mette in mezzo ad altra roba. La farmacista capisce tutto, le fa pagare solo quelli e le dice “tranquilla: te li incarto bene”. Quel “te li incarto bene” mi ha segnato la vita

 

Numero 4:

SARABANDA
Sarabanda

Chi lo dimentica, è complice! Programma tutto musicale, condotto da Enrico Papi e diventato uno stracult, una pietra miliare nella storia della tv. Il format si basa su una lunga e continua sfida musicale. Tra colpi di musica, scleri, campioni in carica che litigano tra di loro e strane siglette, mi ha accompagnato in tutta la mia infanzia e la mia adolescenza. Riguardato adesso, visto che è praticamente tornato di moda grazie ai numerosi meme su Facebook, doveva essere uno dei programmi più cinici che abbia mai guardato. Perché? Ma perché di solito, quelli che partecipavano ed arrivavano in finale, erano tutti un po’ sfigati, alienati e ai margini della società. Non vorrei sbilanciarmi, ma immagino che Enrico Papi e tutta la troupe, in quel periodo sniffassero più cocaina che quella che si sniffava sul set di “Toro Scatenato”. Il programma è andato in onda per svariati anni, ha riempito i palinsesti di repliche e anche adesso, nella notte di Italia 2 o Mediaset Extra, se ne rintracciano le orme

MOMENTO CULT: Non può che essere “El Tigre” che batte “L’uomo Gatto”

Numero 5:

FORUM

Forum

L’unico programma che continuo, nonostante tutto, a guardare. In onda dal 1985 sulle reti Mediaset, è il programma meglio costruito che io abbia mai guardato. Di cosa parla? Cause, sopratutto civili, che vengono esposte e risolte dal giudice di turno. Tra le varie sentenze, le discussioni, il pubblico indignato, è un programma dall’alta carica trash. Un programma da anziani, ma che ha coinvolto, e continua a coinvolgere, anche giovani menti (forse deviate) come me. La cosa interessante, che non ho mai capito, è che tutti, alla fine della causa, erano d’accordo. Personalmente, preferisco di gran lunga la conduzione di Rita Dalla Chiesa. Recentemente, hanno aggiunto un nuovo modo di risolvere i contenziosi. Ospite speciale della puntata, Maurizio Costanzo.

MOMENTO CULT: Le sparate populiste e femministe di Turchese Baracchi e le figure di merda di Rita Dalla Chiesa