Le dieci serie tv che guardavo da piccino e di cui oggi (non) mi vergogno (di Alessandro Di Giuseppe)

Vi ricordate quando eravate piccoli e, dopo essere tornati a casa da scuola ed aver mangiato, vi fiondavate subito davanti alla tv perché c’era la triade del diavolo: “Lupin”, “Dragon Ball” e “I Simpson”? E poi cosa facevate? Di solito i miei amichetti-quelli che andavano bene a scuola e che adesso sono diventati i lavoratori a tempo determinato, gli interinali o, peggio ancora, i mariti che devono sgobbare a portare a casa la pagnotta e i soldi per le bollette e il mutuo (brutta storia il mutuo. Non ci si muore, ma quasi)- andavano a fare i compiti, magari mentre la mamma stava ancora facendo i piatti, rimettevano in ordine lo zaino, facevano la punta a tutti i colori a pastello, pulivano la gomma e si ripiazzavano davanti alla tv, per i cartoni del pomeriggio. Io, che ero una sottospecie di viziatello e spocchioso protopunk- sappiate che, se queste caratteristiche mi permetteranno di entrare a far parte del Bohemian Club o di qualche segretissima e potente loggia massonica, abbandonerò tutto e farò finta di non avervi mai conosciuto-, restavo a guardare praticamente tutta la programmazione del pomeriggio di Italia 1, Rete 4, Rai 3 e MTV. Il risultato? Centinaia di ore di televisione assorbita, zero compiti fatti, paranoia atavica, litigi di famiglia, qualche volta uno schiaffo ben assestato e la voglia di lasciare presto, molto presto la scuola. Poi la scuola l’ho continuata, mi sono iscritto all’università e sono arrivato, più o meno sano e salvo (ho perso soltanto i capelli e la voglia di vivere) alla tesi di laurea. Di quei lunghi pomeriggi passati davanti alla tv, invece, mi è rimasta una cosa, per me bellissima, per altri deleteria, che mi ha fatto passare un mucchio di nottate insonni: la passione per le serie tv!

Sì, adesso, con Facebook è facile dire di essere un amante delle serie tv, non sentirsi solo e far finta (perché, scusate, ma non ci credo che tutti voi che dite di farlo, avete realmente passato una nottata intera, dalle due di notte alle nove di mattina, a guardare tutti gli episodi della seconda stagione di “How I Met Your Mother”) di essere disagiati; ma io lo ero già da piccolo. E quando ero piccolo io, George R.R. Martin, non mi scriveva un post dicendomi che si scusava ma che, per il prossimo libro, avrei dovuto attendere; non c’era chi ti spiegava, inquadratura per inquadratura, il significato di una serie e, soprattutto, non c’erano due cose: gli stronzi che facevano spoiler e la possibilità di vedere in streaming le puntate. Avete capito bene, bimbi, non c’era lo streaming e questo significava che, se volevi rivederti la puntata, dovevi inserire una VHS registrabile nel Videoregistratore (se non sai cosa sia, sei troppo giovane per questo blog), aspettare che iniziasse il tuo show preferito e registrartelo. Una soluzione più comoda, era quella della replica, ma di solito, la tv italiana, mandava le repliche delle cose fighe alle tre di notte. Bene, qualche mese fa, diciamo pure un anno fa, per puro caso ho ritrovato una VHS sul cui nastro, inavvertitamente, avevamo registrato quattro ore di programmazione tv di fine anni ’90. Inutile dirvi che, da nostalgico di merda quale sono, mi è salito subito il magone ed ho iniziato a recuperare, sull’internet, tutto quello che potevo. Il risultato? Ho riscoperto le dieci serie tv che guardavo ed amavo da bambino. Ed eccole qui:

NUMERO 1: “LA TATA”

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Ideata, scritta e prodotta da Fran Drescher (sì, è l’attrice che fa la tata: il primo avvistamento documentato di MILF nella televisione italiana) e dal suo marito dell’epoca, “La tata” è una serie che mi ha segnato profondamente: è stata la prima serie che ho seguito- la guardavamo con i miei fratelli più grandi- ed è stata la prima in cui mi sono immedesimato. A riguardala oggi, un po’ mi vergogno, ma mi ha permesso di crescere. Il plot è di una banalità quasi disarmante: Francesca Cacace (Fran Fine nella versione originale), dopo essere stata licenziata dal suo precedente posto di lavoro, il cui boss era il suo ex ragazzo, finisce a lavorare, come tata, nella villa del ricco Maxwell Sheffield. Presto, tra lei e i figli di Maxwell, nasce la complicità e anche tra i due, tra la tata e il datore di lavoro, inizia a nascere qualcosa.

Serie diventata cult, indubbiamente da guardare perché, nonostante banalotta, è ricca di insegnamenti e di gang divertenti

Personaggio Preferito: Niles il maggiordomo.

 

NUMERO DUE: “SETTIMO CIELO”

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Se non hai mai sentito parlare di questa serie, ti devi vergognare veramente. “Settimo Cielo”, serie iniziata nel 1996 e conclusasi nel 2007, narra le vicende di tutti i giorni a casa Camdem. E voi direte: “dove sta il bello della serie?”. Il bello della serie è che la famiglia è numerosa (sette figli e due genitori), il padre fa il reverendo e i figli, per tutte le undici stagioni, si prodigano nel commettere ogni tipo di marachella, atto impuro, stupro, violenza, droga (una volta, se non mi sbaglio, nascondono anche un clandestino in casa) sotto gli occhi dei genitori che, scoperto il fatto, lo risolveranno e ci daranno grandi lezioni di vita. Una serie un po’ nazional popolare, ma che mi ha accompagnato per un lungo periodo della mia vita. Certo, la metà delle volte avrei voluto spegnere (erano cose più dirette ai genitori che ai bambini) ma andando avanti con la serie, man mano che i figli e le figlie crescono e i problemi aumentano, la serie si avvicinerà ai vostri problemi. Naturalmente è finzione, ma vi daranno spunti utili

Personaggio Preferito: Ruthie Camdem, la figlia piccola. (Maschietti, per vedere com’è diventata adesso, cercate Mackenzie Rosman su google immagini. Il viso è uguale, ma il corpo mmmmm)

 

NUMERO TRE: “I ROBINSON”

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Di Bill Cosby se ne sono detto di tutti i colori. Prima, e nonostante tutto lo scandalo, io ho sempre reputato Bill Cosby un ottimo comico (prima di giudicare, vi invito a guardare lo spettacolo “Himself”: uno spettacolo di stand up comedy scritto ed interpretato da lui). Prima di scoprirlo come comico, io lo amavo come Cliff Robinson: un padre di famiglia. Oltre alla battuta immediata, visto che, nella serie, Bill Cosby fa il ginecologo (vi concedo cinque minuti di risate), la serie è fantastica. Il tema è semplice: la vita di tutti i giorni in una famiglia nera, borghese americana. Ma se pensate che non ci si possa divertire, beh, vi sbagliate di grosso: tra grandi lezioni di vita, qualche piccolo innesto di populismo e di orgoglio nero, la serie risulterà estremamente gradevole e vi terrà incollati allo schermo/ monitor. Se non vi  piacciono le serie con le risate registrate, non guardatela. In questa seria, l’ho riguardata due anni fa e ne ho un fulgido ricordo, non c’è un tempo che non sia azzeccato ed una battuta fuoriposto. Peccato per il finalaccio che non mi è piaciuto

Personaggio Preferito: Denise Robinson aka Lisa Bonet

 

NUMERO QUATTRO: “HERCULES”

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Se eri un bambino nato all’inizio degli anni ’90, non puoi non ricordarti questa serie. Ispirata molto mooolto alla lontana alle avventure di Ercole (in realtà, Eracle) il telefilm segue le avventure di Hercules (Kevin Sorbo) e del fido aiutante Iolao ( Michael Hurst) in lungo e in largo per il meraviglioso mondo fantastico dell’antica Grecia. Una serie che, i brutti effetti speciali e i dialoghi un po’ scritti con i piedi, rendono imperdibile. Tra l’altro mi ricordo che, in alcune puntate, i personaggi si incontrano con una nota principessa guerriera e, in alcune, si trovato addirittura nel futuro. Tra briganti, papponi, miti e maledizioni, questa serie mi ha stregato e fatto venire voglia di fare il semidio da grande

Personaggio Preferito: Iolao

 

NUMERO CINQUE: “XENA- LA PRINCIPESSA GUERRIERA”

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Per descrivere i mille motivi per cui dovete assolutamente vedere questa serie, basta questo:

“AL TEMPO DEGLI DEI DELL’OLIMPO, DEI SIGNORI DELLA GUERRA E DEI RE, CHE SPADRONEGGIAVANO SU UNA TERRA IN TUMULTO, IL GENERE UMANO INVOCAVA IL SOCCORSO DI UN EROE PER RICONQUISTARE LA LIBERTÀ. FINALMENTE ARRIVÒ XENA, L’INVINCIBILE PRINCIPESSA GUERRIERA FORGIATA DAL FUOCO DI MILLE BATTAGLIE. LA LOTTA PER IL POTERE, LE SFRENATE PASSIONI, GLI INTRIGHI, I TRADIMENTI FURONO AFFRONTATI CON INDOMITO CORAGGIO DA COLEI CHE, SOLA, POTEVA CAMBIARE IL MONDO”

Personaggi Preferiti: Xena, Olimpia e Marte

 

NUMERO SEI: “DHARMA E GREG”

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Questa è una delle prime serie che mi ha fatto innamorare. Se per gli altri telefilm, infatti, si trattava di amore verso le avventure che vedevo, qui mi ero innamorato di Dharma. La cosa che mi ha fatto strano è che l’anno scorso, leggendo un libro, ho scoperto che Jenna Elfman (l’attrice che interpretava il mio primo amore), faceva parte integrante di Scientoogy. Brutta storia. Comunque, la serie è divertentissima, ricca di gag esilaranti e, udite udite, la prima che ho guardato in cui si parlava esplicitamente di sesso. Ma di cosa parla questa serie? La storia è la più semplice e romantica del mondo: Greg Montgomery (Thomas Gibson) e Dharma Finkelstein (Jenna Elfman) dopo aver flirtato un po’ in metro si incontrano, fanno l’amore e decidono, due ore dopo essersi conosciuti, di sposarsi. Le due famiglie sono molto diverse: quella di lui, fatta di ricchi borghesi- Greg fa l’avvocato; quella di lei, di Hippies contro il governo, a favore del sesso libero, della spiritualità -Dharma è insegnate di Yoga-, della legalizzazione della droga e del ritorno alle radici di madre terra. Bellissima. Ve ne innamorerete.

Personaggio Preferito: Dharma

 

NUMERO SETTE: “WILL E GRACE”

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Nel 1998 avevo sette anni e, grazie a questa serie, ho capito cosa significasse essere gay. Una serie che è diventata un cult e che ha ammaliato, ed ammalierà (stanno ritrasmettendo le repliche su La5, se non ho capito male) una transgenerazione. “Will e Grace” segue le vicende di Will Truman (Eric McCormack) avvocato gay di New York, Grace Adler (Debra Messing), arredatrice di interni e dei loro due amici Jack McFarland (Sean Hayes), anche lui gay e Karen Walker. Che dire di questa serie? Capostipite di tutta una serie di sit com e telefilm sul mondo gay (“hai visto il primo episodio di “The L Word?” “Sì” “Com’è?” “Praticamente, scopano tutto il tempo”), riesce a farne una satira pungente ed azzeccata e ad attaccare, soprattutto i benpensanti newyorkesi. Imperdibile

Personaggio Preferito: Karen Walker

 

NUMERO OTTO: “ALLY McBEAL”

Ally McBeal

Altro telefilm cardine della mia formazione. Il tutto è ambientato in uno studio legale e si seguono le vicende, sia lavorative che personali, di Ally McBeal (Calista Flockhart) nello studio legale nel quale lavora. Ma non pensate sia il solito legal drama da farvi una siringa di etanolo dritta in vena, anzi: tra visioni accompagnate dalla musica di Barry White, screzi tra colleghi, salti nel mondo dell’immaginazione della protagonista e avventure di letto e sentimenti, questa è una di quelle serie che vi piaceranno per forza. Tra l’altro, in un episodio di “Futurama”, gli alieni accettano di non distruggere il pianeta se gli proietteranno l’ultimo episodio di questo telefilm. Devo aggiungere altro?

Personaggio Preferito: John Cage

 

NUMERO NOVE: “THE FUCCONS”

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Una riga per descriverlo: “Una famiglia di manichini e le sue strane avventure”. Correte a recuperarlo

Personaggi Preferiti: Tutti!

NUMERO DIECI: “DAWSON’S CREEK”

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La vita. Solo due cose da dire: alla fine Joey Potter non gliela da e “ANO UONNA UEI!”

Personaggio Preferito: Pacey Witter