Pornopolis #11 PHILOSOPHY IS DEAD (un articolo di Stefano Di Giuseppe)

PHILOSOPHY IS DEAD

E come annunciato nell’episodio della settimana scorsa al centro di questo puntata c’è un altro argomento molto importante: la FILOSOFIA,q uella materia che qualsiasi ragazzo del liceo a dovuto studiare e che pochi ex-studenti hanno imparato ad apprezzare e amare nel tempo. Nei nostri cari libri di scuola si parla sempre degli effetti e del peso della filosofia nella storia dell’umanità dall’arte al lavoro , dalla fede alla politica  fino ad arrivare alle grandi chiese ideologiche del Novecento. Ma noi oggi come ci poniamo davanti alla filosofia?

Oggi noi moderni davanti la filosofia ci poniamo in due modi : il primo è quello degli studiosi nei quali ritroviamo due gruppi principali quello degli accademici (molto spesso studenti di storia e filosofia che concludono il loro ciclo di studi) e quello degli inutili (compagni di indirizzo degli accademici che raramente concludono il loro ciclo di studi , spesso l’unico risultato da loro raggiunto è quello di sintetizzare un pensiero pseudo liberale o anarchico che coincide “stranamente” con quello degli amici con cui vanno a bere invece di studiare). Mentre il secondo è formato dal macro gruppo di “TUTTI GLI ALTRI ESSERI UMANI” ed è proprio di questo gruppo che parleremo oggi.

Perché oggi l’uomo moderno se ne sbatte della grandi domane esistenziali che si è sempre fatto? Perché la filosofia viene vista come qualcosa di fondamentalmente inutile? Semplice la filosofia viene vista in questo modo dall’ uomo comune perché non ha delle risposte definitive ma soprattutto non comporta vantaggi immediati. Questo potrebbe sembrare un controsenso dato che viviamo nella società della precarietà ma è così perché anche se inventiamo sempre nuovi metodi per giustificare a noi stessi il disordine in cui siamo immersi ( dai nuovi modi di concepire la sessualità ai nuovi modelli di famiglia) noi tendiamo all’ ordine e alla stabilità perché la precarietà ci logora e ci spaventa.

Allora cosa ci rimane per contrastare questa precarietà? Per contrastare la precarietà ci diamo alla ricerca della stabilità e dell’ordine , e così molti si buttano sulla scienza che ormai sembra diventata una nuova religione, ma la scienza (come ogni attività del pensiero ) ha bisogno di una certa sensibilità per essere approcciata dall’ uomo e soprattutto la verità scientifica , se si conoscono un minimo le basi su cui si fonda il metodo scientifico ,  è una verità relativa e soggetta a mutamento. Tutto ciò porta l’uomo moderno all’ impossibilità di rispondere alle problematiche che lo affliggono portandolo all’ ultima risposta che pensa di poter dare: l’alienazione.

L’uomo davanti l’impossibilità di rispondere , davanti il fallimento personale e la presa di coscienza della propria incapacità decide di fare altro perché non è in grado di affrontare tutto questo , e così si aliena con l’alcool ,  moda , rapporti interpersonali , sessualità ecc…tutto quello che ha intorno si trasforma in un mezzo con cui ricevere stimoli arrivando a semplificare la realtà in un semplice botta e risposta dove ad ogni stimolo corrisponde una reazione con la conseguente ricerca di uno stimolo ancora più grande, quasi come il susseguirsi di zero ed uno all’interno di un codice binario fino a che l’uomo non muore o il meccanismo si inceppa.

Domane come chi sei? Perché vivi? Qual è il tuo scopo ? Non sono domande stupide da catalogare come inutili , ma sono domande con cui ci siamo sempre confrontati con il passare dei secoli ,oggi invece abbiamo rinunciato a porgercele per paura delle risposte a cui potremmo arrivare ,forse perchè troppo scomode da poter essere accettate.