“…Sono solo scemenze: vale con tutti i numeri tipo 599” “5+9 fa 14. 14+9 fa 23” “Number 23”: una storia di ossessione (una recensione di Alessandro Di Giuseppe)

Ok, devo farvi una confessione: fino a poco tempo fa, ero uno di quelli che compravano, ogni settimana, la Settimana Enigmista e ci passava ore ed ore ed ore ed ore intere sopra a cercare di scoprire quella cazzo di definizione di 14 lettere che nessuno, NESSUNO!, di età inferiore ai 75 anni riusciva mai a trovare. Comunque, qualche mese, complice una svolta nella mia vita- la connessione ad Internet a casa e i porno amatoriali gratuiti- ho smesso un po’ di seguirla. Però mi manca un po’ e mi ricordo che, di settimana in settimana, la Settimana Enigmistica proponeva, a noi poveri e comuni mortali, dei Sudoku che neanche Turing sarebbe riuscito a risolvere. Naturalmente esagero, ma per quelli come me, quelli che, della matematica e della logica, non hanno mai capito un piffero (non riesco a capire come mai, in questo articolo, mi sto censurando le parolacce), quelle cose erano irrisolvibili. Naturalmente, la cosa che ti spiazzava di più era vedere, come a me spesso succedeva con i Rebus, che il tuo amico stronzo (oh, finalmente è arrivata la prima!) che non faceva un cazzo (e anche la seconda) dalla mattina alla sera, non aveva voglia di studiare e passava le giornate a guardare video porno e le serate a bere, riusciva a risolverli subito. E due parole, in quel momento, di salivano alla mente: “DEVI MORIRE!”. Vabbé, tralasciando i commenti personali, a cosa serve questa introduzione? Serve perché, il film di cui vi parlo, e uno dei pochi, pochissimi, che mi ha fatto, se non apprezzare la matematica, almeno capire la magia dei numeri. Ma, bando alle ciance ed iniziamo subito a parlarne:

Number 23

TITOLO: Number 23

TITOLO ORIGINALE: The Number 23

SCENEGGIATURA: Fernley Phillips

REGIA: Joel Schumacher

CAST: Jim Carrey, Virginia Madsen, Logan Lerman, Danny Huston, Mark Pellegrino, Lynn Collins, Rhona Mitra, Bud Cort, Ed Lauter, Tom Lenk

TRAMA:

Walter Sparrow (Jim Carrey) è un accalappiacani. Un giorno, un minuto prima della fine del turno, riceve una chiamata, si precipita sul luogo per prendere un cane. Quello lo morde, lui non riesce a prenderlo. Scopriamo che è il giorno del suo compleanno e la moglie gli ha regalato un libro. Il titolo? “The Number 23”. L’autore? Topsy Krett. Sparrow inizia a leggere, il libro lo avvince e anche la storia, la turba del protagonista di quel libro, quello strano numero, il 23, che ritorna sempre, lo avvincono. Ma cosa succeder quando le vicende del libro si mischiano con la realtà di Walter Sparrow? E perché, il famelico cane che non è riuscito a prendere all’inizio, lo condurrà davanti alla tomba di Laura Tollis, la vittima di uno dei casi di cronaca nera più angoscianti e controversi della città?

Uscito nel 2007, “The Number 23” è un noir dallo stile classico e dal ritmo incalzante. Giocando sui continui rimandi al numero 23, lo vediamo ovunque sia da solo che “spacchettato” in altre somme di numeri, la sceneggiatura ci farà immergere completamente nel mondo, nell’universo ossessivo e disturbante di Topsy Krett: il misterioso autore di quel libro rilegato in modo amatoriale e con una copertina rosso sangue. Joel Schumacher, che molti di voi avranno odiato per “Batman Forever”, forse l’operazione più kitsch e commerciale che abbiamo fatta sul personaggio di Batman dai tempi di Adam West, con questo film torna a farci capire che un regista come lui, quando ha una buona sceneggiatura, riesce a confezionare, a girare e a farsi distribuire un buon film. Le interpretazioni degli attori, non certo eccelse, fungono alla scopo. Nel complesso, ogni particolare della storia è funzionale. Gli effetti speciali, cosa che io non amo particolarmente, qui sono usati in maniera molto funzionale. Le caricature macchiettistiche e, ovviamente esagerate, che vengono fatte delle situazioni lette, ci aiutano ad entrare in una visione distorta e malata della vita e della pazzia. Perché è di pazzia che stiamo parlando. Un film coinvolgente e ritmato. Non lo considero un capolavoro del cinema, ma non è neanche uno di quei film da buttare nel cesso una volta finiti. Sicuramente non siamo davanti ad Howard Hawks e questo film non è “Il Grande Sonno”, probabilmente si allontana di spalle dai gialli alla Fulci, ma è comunque un’ottima visione. Consigliato

Voto: 7

Carrey

STORIELLA: Jim Carrey, per questo film, ha ricevuto un Razzie Award: il premio come peggior attore protagonista (bah!)