Rivoluzione e pazzia: Mr. Robot, una recensione (a cura di Nicola Iannibelli)

Oggi ho voluto cimentarmi in una recensione su una delle serie Tv più discusse e viste del momento: Mr. Robot.

Parlarne in modo approfondito e dettagliato non mi è possibile, poichè non voglio spoilerare niente e anzi incuriosirvi a guardarla. Se l’ avete già vista, invece,  potrete comunque trovare qui qualche spunto, almeno spero.

Voglio raccontarvi brevemente il Come ho conosciuto questa serie, e ne capirete il perchè.

La prima volta che ho sentito nominare Mr. Robot è stato in un video che parlava delle recenti interazioni di Edward Snowden su Twitter. Per chi non lo conoscesse, Snowden è un ex impiegato dei servizi segreti americani che ha reso pubbliche informazioni segrete su come la Cia riuscisse a intercettare facilmente chiamate e SMS da tutto il mondo, senza chiedere il permesso e senza rispettare la privacy di nessuno. Per questa sua rivelazione ha passato guai enormi ed è stato perseguitato dagli USA in mezzo mondo. A solo una settimana di iscrizione a Twitter ha raggiunto centinaia di migliaia di follower, e il suo primo Tweet è stato una provocazione diretta proprio alla CIA. Dopo qualche giorno la pagina ufficiale della serie Mr. Robot ha dato il benvenuto a Snowden su Twitter, e Snowden ha retwittato e ha mostrato simpatia per la serie. A questo punto il nome mi ha incuriosito e ho ovviamente iniziato a guardarla, fagocitando tutta la prima stagione in soli due giorni.mrrobot

Ho voluto parlarvi di Snowden perchè è considerato comunque un eroe dei nostri tempi, un uomo che si è posto fuori dal sistema per cui lavorava, un uomo che ha messo davanti alla sua libertà e alla sua posizione la necessità di dover far conoscere al mondo delle verità scomode. Lui, così come Julian Assange (fondatore di WikiLeaks) e la fantomatica associazione Anonymous, sono degli esempi di ribellione svolti con la tecnologia come arma. Ed è proprio qui che torno e inizio finalmente a parlare di lui, di Mr. Robot.

Ripeto di non aver intenzione di spoilerare niente, perciò mi limito a introdurvi e descrivervi la serie prendendo spunti da elementi che troverete solo nella prima puntata. Il protagonista è un ragazzo che di giorno lavora in un’ agenzia di sicurezza informatica e di notte è un hacker. Vive da solo, ha poche conoscenze in una grande città e riesce controvoglia e faticosamente a sostenere qualche piccola conversazione con i suoi colleghi. Elliot ha problemi a inserirsi nella società e nella vita reale ed è seguito da una psichiatra che tenta di aiutarlo. La sua azienda lavora per la E Corp., la multinazionale più potente al mondo, che controlla le banche e la tecnologia. Un giorno la E Corp. subisce un attacco informatico ed è proprio Elliot a salvarli, scoprendo però tra i file l’ autore dell’ attacco: la F Society. Questo gruppo di hacker ha l’ obiettivo di liberare la popolazione dai debiti eliminando i dati della E Corp, e riescono a coinvolgere anche Elliot. Ok, non vado avanti con la storia, ma provo ad approfondire alcuni aspetti che sono degni di nota secondo me.mrrobot2

Elliot è una personalità borderline, ai limiti della schizofrenia e in uno stato continuo di paranoia, alleviato soltanto da una dose quotidiana di morfina. Inoltre l’ esasperazione della paranoia lo porta addirittura ad avere delle allucinazioni e dei temporanei estraniamenti dalla realtà. Già questo rende la trama molto interessante, perchè non è facile seguire un protagonista in queste condizioni e potrebbe creare difficoltà nel trovare un filo logico, una coerenza, o perlomeno una coerenza lineare, facilmente rintracciabile. Ma tutto ciò viene evitato con una brillante trovata: sin dall’ inizio infatti Elliot si crea un amico immaginario, un omino nella sua testa, con il quale poter parlare e confrontare la realtà e distinguerla dalle sue paranoie. E quest’ amico immaginario siamo proprio noi spettatori. Questo elemento crea un ponte, un legame tra lo spettatore e il protagonista, e non è una cosa da poco, perchè un’ identificazione con esso sarebbe stata difficile.

Non è difficile poi risalire alle cause delle sue malattie mentali: il digitale. Elliot è ossessionato dall’ informatica, ragiona con i termini di quel mondo, ogni persona che conosce dal vivo diventa per lui un nuovo profilo da hackerare per trovarne i punti deboli. Anche qui il discorso si fa molto interessante perchè si tratta di una tematica attuale: sempre di più sono infatti i ragazzi, nativi digitali, che hanno problemi a relazionarsi e a provare emozioni reali perchè hanno vissuto sempre dietro uno schermo.

fsocietyAltre tematiche attuali più evidenti sono invece la F Society, paragonabile ad Anonymous, al punto di avere anche loro una maschera; o la E Corp, alter ego della Apple. Ma anche tematiche dichiaratamente politiche, come il fine anarchico della F Society, o l’ odio evidente di Elliot nei confronti del consumismo e della società dei nostri giorni, dettata dalla frenesia e dall’ alienazione, dall’ arrivismo e dall’ indifferenza verso il prossimo.

Quest’ odio scaturisce da un’ analisi lucida della realtà, un’ analisi che Elliot può compiere perchè, date le sue condizioni mentali, si pone fuori dalla realtà stessa. Lui sa anche che farne parte vorrebbe dire far solo parte di una follia collettiva, ma non capisce che il distaccarsi da quella follia non può far altro che causare anche la sua.

Come potete capire quindi Mr. Robot è una serie psicologica su più livelli, ma non lasciatevi spaventare dai miei sproloqui, perchè è anche una serie ricca di azione, di colpi di scena assurdi e di personaggi misteriosi. Non mi resta che linkarvi il trailer e augurarvi buona visione!