Le copertine di sette dischi che mi hanno impressionato, tolto il sonno, deviato e fatto conoscere bella musica ( di Alessandro Di Giuseppe)

Qualche giorno fa, come spesso succede, stavo usando Facebook per l’uso per cui è stato inventato- stalkerizzare le tue ex, le persone con cui hai litigato e gente che, non vuoi rivere, ma di cui vuoi spiare l’esistenza- e sono finito sul profilo di una ragazza a cui, quando avevo i capelli, avevo regalato un maglietta. Beh, sono un sentimentale di merda: è scesa la lacrimuccia. E non è scesa perché, sotto la maglietta, si vedeva il rigonfiamento di un paio di seni turgidi e sodi e la mente vagava e… Ok, dopo aver occupato il bagno per un “”””””bisogno impellente”””””, vi stavo dicendo: è scesa la lacrimuccia perché quella t-shirt era il simbolo di una fase della mia vita che, purtroppo, è finita per sempre. Ok, dopo avermi immaginato mentre sospiro la parola “Rosebud” e faccio cadere per terra uno di quei souvenir in cui c’è una bolla di vetro con una casetta e la neve, ho deciso che dovevo recuperare un po’ quel periodo, un po’ il tempo perduto. Visto che non potevo tornare indietro fisicamente- sto facendo fare la revisione alla DeLorean- ho deciso di andarmi a cercare i dischi che avevo comprato all’epoca. Magone da metallaro ignorante e ideona per un nuovo articolo. Di cosa sto parlando? Artwork e copertine di dischi. Attenzione, ci saranno delle immagini molto ma molto molto forti. Se vi turbano, frega cazzi!

Numero 1: Cradle Of Filth

Il primo amore! Con un look vampiresco, videoclip infarciti di gotico, spaltter e demoniaco, sono stati la mia prima “fissa” musicale seria dopo le boyband, il rap e la musica commerciale. Era un figata vederli cantare e sapere che quei testi, urlati nel farsetto in scream che li caratterizzava, parlassero di libri maledetti, amori pieni di sangue, incubi e morti che tornavano in vita. Le mie copertine e i miei dischi preferiti dei Cradle Of Filth?

“The Principle of Evil Made Flash”:

The Principle Of Evil Made Flash

Primo disco che ho ascoltato dei Cradle Of Filth. Pietra miliare della produzione Black Metal degli anni novanta: ha scardinato e ricomposto il genere. La copertina? Due donne nude, colorate in blu, sanguinanti, eccitate, che si slinguazzano il collo tra piacere e dolore. Lesbismo, sadismo e sangue. Era tutto quello che volevo… e anche di più

 

 

 

 

 

 

“Cruelty And The Beast”

ceb

Questa copertina, l’ho conosciuta prima di conoscere la band: l’ho vista per la prima volta a 11 anni, a casa di un mio cugino metallaro e ne ho avuto subito paura. Ma poi, crescendo, l’ho amata. Il disco è malato, marcio, cattivo e raffinato ed è una specie di concept album su Elizabeth Bathory: la contessa che uccideva le ragazze e faceva il bagno nel sangue delle sue vittime per mantenersi giovane. Cos’altro dire della copertina? Una donna nuda immersa in una vasca di sangue: ormoni e desiderio, paura della punizione divina e desiderio di blasfemia

Numero 2: Marilyn Manson

Tutti noi conosciamo “Il Reverendo” nero della musica industrial. Beh, da bambino avevo terrore di lui, da ragazzino, mi faceva cagare ma i suoi video mi piacevano. Poi mi sono messo ad ascoltare i dischi. Discreti i primi (sono un Hipster di merda) e fantastica la triologia al contrario (“Antichirst Superstar”, “Mechanical Animals” e “Holy Wood (in the shadow of the valley of Death”) ed è proprio dell’ultimo capitolo, che poi sarebbe il primo, mi ha stregato la copertina

Holy Wood

Non ci sarebbe molto altro da aggiungere, dopo aver guardato la copertina: un Gesù satanico, inchiodato sulla croce, senza una mascella, con una sacrilega aureola che gli attornia la testa, lo sguardo fisso ed una ferita sotto il costato. Blasfemia allo stato puro ed ottime canzoni. Quando penso a questo disco, alla storia che c’è dietro e alla copertina, mi viene ancora voglia di fare lo shock rocker. Ho avuto paura di finire all’inferno per settimane, dopo aver visto questa copertina per la prima volta. Poi, cresciuto, ho scoperto un sacco di riferimenti (due fra tutti, l’azionismo viennese e il film “Begotten”) e mi sono esaltato. A mio modestissimo avviso, insieme a “Portrait of an American Family”, il miglior disco di Marilyn Manson and The Spooky Kids

Numero 3: Cannibal Corpse

A sedici anni scoprii il Brutal Death Metal. Fu un momento magico: da quel giorno, la mia vita cambiò. Tra rantoli, urla e schizzi di sangue, conobbi un sacco di gruppi fighi fighi. L’amore della vita? I Cannibal Corpse. Le copertine più sanguinose e succose? Naturalmente “Butched At Birth”

BAB

Che mostra due zombi che, in una specie di macello, stanno scuoiando una donna e ammazzeranno il figlio che portava in grembo

e, naturalmente, “Tomb of The Mutilated”

TOTM

Cosa dire? Una ragazza morta, consumata dalla decomposizione, che riceve un cunnilungus. Copertina censuratissima in Germania

Numero 4: Slayer

Tutti quanti noi ex o ancora metallari, abbiamo ascoltato almeno un album degli Slayer, la band trash metal più controversa di sempre. Tra accuse di nazismo, tatuaggi sulla testa, piogge di sangue, satanismo e guerra, rimangono, ad oggi, la band più famosa di sempre. Il loro successo, soprattutto nella nuove generazioni, è dovuto anche alla serie televisiva “Californication”: i libri scritti dal protagonista, infatti, si chiamano come tre dischi degli Slayer: “God Hates Us All”, “Season in the Abyss” e “South of heaven”. La copertina che mi ha sconvolto la vita? “Christ Illusion”

Slayer

Un Gesù Cristo senza braccia in piedi su un mare di sangue e teste mozzate tra cui si può vedere quella di Madre Teresa di Calcutta. Trash e grottesco come piace a noi

Numero 5: Fantomas

Parlare dei Fantomas e di Mike Patton, sarebbe impossibile in poche righe. Non potendo essere completi (tranquilli, usciranno altri articoli su Mike Patton), diremo soltanto che Mike Patton è stato il geniale Front Man dei Mr. Bungle, Faith Non More, Tomahawk e autore di musica sperimentale e dischi stupendi (ne citiamo uno tra tutti “The Director’s Cut”). I Fantomas prendono il nome dal noto personaggio dei fumetti, poi sbarcato anche al cinema, che è una sorta di antesignano di Lupin. I Fantomas sono un super gruppo: ci suonano dentro componenti dei Faith No More, dei Melvins, dei Mr. Bungle e degli Slayer. La copertina che mi ha terrificato di più, e di uno dei loro dischi sperimentali, il “Delirium Cordia”:

Delirium Cordia

Vista così sembra minimale, in realtà è il buio che cala sugli occhi durante le operazioni chirurgiche senza anestesia. Perché è questo il “tema” di fondo del disco: la chirurgia senza anestesia. Ed è angosciante come una sola traccia di musica sperimentale lunga 74 minuti possa essere così inquietante. All’interno del booklet, foto prese dal vivo di operazioni chirurgiche reali. Vi sembra abbastanza macabra adesso?